La noia è uno spazio creativamente fertile, un momento di calma apparente; il cervello sviluppa nuove capacità che entrano a far parte del modo di essere di ogni bambino, importanti per la crescita, ma soprattutto nel rapportarsi col mondo.
Nell’ annoiarsi la mente trova nuove soluzioni per affrontare i problemi (strategie di coping); viene chiamato problem solving, una qualità importante nel mondo lavorativo; trovare nuovi modi per affrontare le difficoltà, situazioni più complesse, a volte impreviste, senza l’aiuto di un adulto, è una grande ricchezza per il loro futuro, rende ogni persona più adattabile alle situazioni.
Il tempo dell’ozio creativo è anche il tempo per essere tristi, pensierosi; il tempo della riflessione, quella su noi stessi, su chi siamo, cosa ci piace e cosa non ci piace; un modo per conoscersi e imparare ad accettarsi.
Ogni bambino può sentirsi libero di sperimentare l’autonomia, attingendo alle proprie risorse interne, può sperimentarsi nell’ ambiente: confrontarsi con nuove sfide, sbagliare, avere controllo e responsabilità su ciò che accade; tutto questo accresce l’autostima e fa sentire amati per quello che si è piuttosto che per i successi ottenuti.E’ un tempo fuori dal tempo, privo della frenesia che non dà neanche il modo di desiderare, di percepire la frustrazione dell’attesa. Il bambino nella noia può riacquistare il desiderio per qualcosa che non possiede, può riflettere su tale “oggetto” cogliendo l’attesa come facente parte del processo, consapevole di potersi mettere alla prova senza l’intromissione di un adulto, accetta la frustrazione e la possibilità di sbagliare e di conseguenza pone la sua attenzione su nuove modalità che lo portino a soddisfarlo. E quando il desiderio è raggiunto, c’è soddisfazione, riconoscimento, apprezzamento e felicità, perché il processo è stato fatto in autonomia e ha richiesto lavoro. I bambini che si annoiano sono portati a mettere in pratica strategie per occupare il loro tempo in modo divertente; rallentare permette loro di osservare anche piccole cose, articolare la mente, usare la fantasia e inventare nuovi giochi secondo i propri bisogni. Il gioco libero aiuta il bambino ad essere meno ansioso, gli insegna la resilienza, cioè la capacità di affrontare e superare una difficoltà sapendo gestire le emozioni e lo stress. Questa qualità non si accresce evitando lo stress, ma imparando a controllarlo e padroneggiarlo; di questo farà tesoro nel suo percorso di vita. Molte ricerche dimostrano che la resilienza è uno dei fattori più importanti per prevedere una vita adulta sana ed efficiente.
“Per crescere bene bisogna oziare di più”, riprendendo il libro: Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni, scritto da Joelle Alexander nel 2014, dopo uno studio della Danimarca, paese che per oltre quarant’anni ha ottenuto un posto nella classifica dei paesi più felici al mondo. Ciò che l’autrice ha constatato è che per il popolo danese, il punto più importante dell’essere genitori è dare ai figli tempo libero, tempo da dedicare all’ozio, alla noia, al gioco.
Monica Cerruti
Psicologa Psicoterapeuta